Ratzinger, espressione della Chiesa più conservatrice e teorico del “moderno medioevo” contro le donne, è morto!

Il Movimento femminista proletario rivoluzionario colse subito il segno reazionario esplicito della elezione di Ratzinger a papa, e la funzione di conservazione/madre del sistema capitalista da lui posta della donna in questo disegno, Questo lo fece anche utilizzando strumentalmente anche alcune posizioni dell’allora movimento femminista borghese sulla “differenza sessuale”.

Facemmo un opuscolo, che oggi riproponiamo, tradotto anche in inglese. 

Invitiamo a richiedercelo, perchè Ratzinger è morto ma purtroppo non è morta la sua teoria esplicitamente rivendicata come antimarxista e la sua politica identitaria reazionaria a livello nazionale ed europeo nella Chiesa e nella societa’.

Per averlo scrivere a Mfpr.naz@gmail.com 

Pubblicato da fannyhill 

A PROPOSITO DELLA CONFERENZA STAMPA DELLA MELONI… A PREMESSA

La conferenza stampa della Meloni del 29 dicembre di ben oltre tre ore e e 45 domande, la più lunga della storia della Repubblica, è stata davvero una novità corrispondente al nuovo governo reazionario antioperaio e antipopolare, moderno fascista che si è insediato nel nostro paese da circa due mesi. 

E’ una conferenza stampa che merita un commento e, come dire, una contro risposta su tutti i punti toccati, anche perché offre l’opportunità anche a noi comunisti di indicare la linea immediata di opposizione, lotta e le prospettive almeno a medio periodo. Essa serve anche a far capire meglio, ci auguriamo, al movimento proletario e rivoluzionario la natura di questo governo e la maniera di lottare contro di esso.

Noi pensiamo che proprio sulla natura del governo gli elementi di continuità e discontinuità rispetto aìi precedenti governi ci sia oggi le possibilità di unità innanzitutto a livello di fronte per una lotta politica e sociale all’altezza della situazione. 

Quando diciamo questo, stiamo dicendo che l’attuale lotta politica e sociale, con l’elemento centraledella lotta sindacale, non è né adeguata né all’altezza, come non lo sono le posizioni dei gruppi dirigenti  delle forze di opposizione, fuori dal parlamento naturalmente, e di quelle del sindacalismo di base. 

L’esame del discorso della Meloni non è un esame per iniziati che dobbiamo fare ma rivolto alle avanguardie operaie e dei movimenti di massa perché siano strumento e forza agente e dirigente tra gli operai, i lavoratori, le masse proletarie povere, sui posti di lavoro e sui territori, intorno all’obiettivo di fase di rendere organizzata, visibile, influente e incisiva la nuova opposizione politica e sociale che si misura con il nuovo governo, all’interno di una chiarezza di fondo: il fine anno ha dimostrato che non esiste un’opposizione parlamentare in grado di contrastare realmente il nuovo governo e la marcia reazionaria moderno fascista che esso incarna. 

Certo, noi siamo dalla parte di ogni voce che nel parlamento nero esprima dissenso, ma saremo ancor più dalla parte di tutti coloro, in parlamento e fuori, compreso nelle istituzioni, nella grande stampa, nella cultura, le personalità in tutti i campi che si spenderanno e si metteranno in gioco in forme realmente combattive, affrontando i “rischi” conseguenti alla natura reazionaria, moderno fascista del governo, ancor più se questa battaglia la faranno, più che sui giornali o nei Palazzi, nelle strade, nelle piazze, davanti e dentro i posti di lavoro, nei quartieri popolari anche difficili.

Certo il peso maggiore e la vera sfida è quella che sono e saranno in grado di fare i comunisti, il sindacalismo classista e combattivo, i movimenti a carattere antagonista e in particolare quelli antifascisti e antimperialisti o impegnati nelle trincee delle carceri, repressione, nell’azione e organizzazione degli immigrati. 

Non consideriamo, chiaramente, tra questi i settori novax, fatti spesso da compagni che abbiamo anche stimato ma che sono deragliati su questa questione oggettivamente nel campo avverso, che ha fatto col governo Meloni l’utilizzatore finale della loro sconsiderata posizione e azione. 

Pubblicato da fannyhill 

Nel nuovo anno avvio della Formazione marxista

La Formazione marxista è una necessita’ basilare degli operai, lavoratori, donne, giovani che vogliano avere nelle proprie mani l’analisi del sistema capitalista per combatterlo, e autonomia teorica per comprendere la realta’ e gli scopi storici come classe.  

Vogliamo investire del problema della Formazione marxista l’intera area del movimento con cui lavoriamo o con cui vorremmo lavorare, nello stesso tempo vogliamo farlo come fatto pubblico, come modo di agire pubblico, programmatico, innanzitutto dell’organismo che opera nell’assemblea proletaria anticapitalista che è lo Slai cobas sc. 

La proposta presentata dal Prof, Di Marco nell’Assemblea proletaria anticapitalista tenuta il 17 settembre a Roma, prevede che “lezioni” siano tutte in presenza, in assemblee pubbliche fatte nelle varie citta’, collegate nazionalmente, e con cicli di carattere trimestrale. 

E’ nostra intenzione di coinvolgere via via altri professori, intellettuali marxisti, perché l’obiettivo cheabbiamo è proprio di organizzare degli intellettuali che si mettano al servizio della lotta operaia, del fronte unito, dell’assemblea proletaria anticapitalista

Noi mettiamo a disposizione le sedi, i nostri strumenti nazionali per la propaganda, la preparazione. Vorremmo cominciare subito nel nuovo anno. 

Tra l’impostazione, il lancio e quando faremo concretamente le riunioni di formazione pensiamo che debba passare almeno un mese perché le letture questa volta saranno fatte prima.

Il primo ciclo di Formazione lo terra’ il professore marxista Di Marco.

Di Marco dice una cosa essenziale: negli anni precedenti per la Formazione Operaia si è lavorato su alcuni testi specifici: ‘Dialettica della natura’, ‘La situazione della classe operaia in Inghilterra’, ‘Antidhuring’, si è lavorato su ‘L’Imperialismo’ di Lenin, sugli scritti storici di Marx, ecc. 
Adesso, nella Assemblea proletaria anticapitalista del 17 settembre, i compagni, i lavoratori chiedevano di concentrarci sulle basi teoriche della lotta anticapitalista. 

Ma come diceva nel suo intervento all’assemblea Di Marco: “…parlare di “anticapitalismo” rischia di essere molto generico, perché anticapitalista si potrebbe dichiarare anche Salvini, il Papa…; però si tratta di conoscere bene il Capitale altrimenti l'”anti” diventa assolutamente generico”.

Per questo nel costruire questa Formazione marxista abbiamo scelto di porre l’accento sul capitalismo.

Di seguito la proposta di Piano di Formazione del Prof Di Marco, e da noi condivisa:

PIANO DI FORMAZIONE

Primo trimestre: Denaro. capitale, figure del plusvalore, salario

Secondo trimestre: Accumulazione. Comparsa del capitale sociale complessivo 

Terzo trimestre: Circolazione e riproduzione del capitale sciale complessivo (dalla considerazione di ogni singolo capitale ai capitali complessivi, raggruppati, per esempio in produttori dei mezzi di produzione e produttori dei mezzi di consumo)

Quarto trimestre: Plusvalore e profitto, caduta tendenziale del saggio del profitto e rapporto con le crisi

Tema centrale del percorso è il fatto che il capitale è un rapporto sociale complessivo che agisce alle spalle degli agenti della produzione stessa; e che quindi esso può essere affrontato soltanto con una organizzazione proletaria in grado di condurre la prassi rivoluzionaria sulla base della conoscenza del movimento d’insieme del capitale.

Pubblicato da fannyhill 

L’azione contro il governo, comprendere e distinguere

Sul governo è importante tener conto della continuità della politica economica dell’attuale governo rispetto ai precedenti governi. Questo vuol dire che su questo piano i provvedimenti che prende il governo Meloni sono quelli che prenderebbe qualsiasi governo dei padroni per fronteggiare l’attuale situazione economica e scaricare la crisi sulle masse popolari.

Questo governo, la sua base sociale e il suo orientamento ideologico accentua i particolari di questi provvedimenti, vedi la esplicita scelta di sostenere su tutti i piani i settori medio borghesi, commercianti, professionisti, lavoratori autonomi ecc.; azione che era implicita ma meno spudorata nei precedenti governi; e la campagna, anch’essa esplicita e ostentata  contro il reddito di cittadinanza.
Gli altri provvedimenti sono sostanzialmente quelli che avrebbero preso altri governi in materia economica, e vanno combattuti come abbiamo combattuto quelli dei precedenti governi.

Ben più grave è l’azione del governo sugli altri provvedimenti: Rave, Ong, Novax, ecc., perché sono manifesti ideologici identitari che caratterizzano la natura fascista di questo governo, e che domandano la lotta immediata e prolungata nelle forme in cui è possibile realizzare come agitazione e propaganda,come manifestazioni politiche, con sostegno a iniziative e forme di lotta che riguardino questi problemi; con teoria, programma e azione d’avanguardia. 

Quello che bisogna comprendere è che l’azione su questo terreno è esattamente l’azione principale dei comunisti nella classe operaia, nei settori organizzati del sindacalismo di base e di classe, nelle manifestazioni politiche o di alto contenuto politico. 

Lo sciopero generale contro i provvedimenti economici non è la parola d’ordine principale, ma le iniziative di lotta dei proletari e masse popolari sono il luogo e il campo d’azione della agitazione e propaganda politica. 

E’ chiaro che il problema dei problemi, sia di fase sia ancor più sul piano strategico, è la guerra imperialista, il ruolo dell’Italia nella guerra imperialista, su questo è la lotta contro il nostro imperialismo il centro, sulla base dell’orientamento, continuamente da aggiornare, della risoluzione sull’Ucraina di proletari comunisti uscita, diffusa e pubblicata nei mesi scorsi.

Una battaglia di trincea tra tutti i campi è la lotta contro il carovita. Tutti i governi di qualsiasi natura si trovano a fronteggiare questo problema aggravato dai costi di energia prodotti dalla guerra. E in tutti i paesi, contro tutti i governi le rivendicazioni dei lavoratori sono solo due: aumenti salariali sui posti di lavoro, nelle fabbriche come in tutte le categorie, e misure d’emergenza rispetto al caro bollette. 
Ma deve essere chiaro che la lotta al carovita è un elemento secondario della lotta contro la guerra, e che l’azione contro la guerra è altra cosa della lotta al carovita. 

Nel nostro paese la lotta contro la guerra è ancora debole e iniziale e tocca a noi svolgere bene la propaganda e agitazione, sviluppare proposte di iniziative contro le decisioni del governo, con campagne di denuncia e azione politica, concentrare forze contro le Basi militari e analizzare l’effettiva azione bellica del governo, negli scenari in cui è già agente e negli scenari in cui in prospettiva agirà. Unendo all’azione d’avanguardia come comunisti, il lavoro per unire in un fronte i rivoluzionari, gli antimperialisti, i democratici coerenti e ogni oppositore alla guerra.

L’anno che ci sta d’avanti necessita di un lavoro mirato e privilegiato su questo terreno. 

Pubblicato da fannyhill 

NO al Ponte: NO all’imperialismo – in particolare quello italiano – e alle sue guerre/NO alla militarizzazione della Sicilia


Il giornalista pacifista A. Mazzeo ha pubblicato un articolo di Limes riguardo il ponte sullo Stretto, la sua valenza strategica, geopolitica, militare… e, per questa ragione, assimila il ponte sullo Stretto al Muos di Niscemi, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare della Marina militare USA per governare i conflitti globali del XXI secolo, “senza dimenticare le strutture di Sigonella e Pantelleria”. 

Per l’imperialismo, per la borghesia imperialista italiana, conta il valore strategico della Sicilia, il suo collocarsi in un’area che Limes chiama Caoslandia, nel Mediterraneo “allargato” che è tornato ad esserecentrale per i flussi commerciali provenienti da Oriente e per l’intervento politico, militare, economico di Cina, Russia e Turchia.

Caracciolo: “Se non lo volete capire la Sicilia è la Frontiera e senza la difesa della Frontiera gli Stati periscono”, sembra dire, perché dallo Stretto di Sicilia (così quelli di Limes chiamano il Canale di Sicilia per sottolineare la esigua distanza che separa l’Isola dall’Africa) passa la principale rotta migratoria, perché da lì passa la via della seta cinese, perché “i turchi e i russi della Wagner si sono acquartierati sul lato africano dello Stretto”, perché quel tratto di mare è attraversato dai cavi sottomarini transcontinentali della Rete.

E’ sotto gli occhi di tutti il devastante e invasivo processo di militarizzazione che ha investito ogni angolo della Sicilia e delle sue isole minori e l’abnorme presenza statunitense nella stazione aeronavale di Sigonella, “capitale mondiale dei droni”. Per questo il ponte serve, per Caracciolo: per la sicurezza, per stabilizzare le aree di frontiera e per collegare militarmente l’Italia, l’Europa, l’Occidente alla Sicilia, non viceversa.

L’ITALIA E’, ANCHE FORMALMENTE, PARTE BELLIGERANTE DELLA GUERRA INTERIMPERIALISTA IN CORSO

Una corrispondenza

L’edizione di martedì venti dicembre del quotidiano reazionario l’Occidentale (riconducibile ad Identità e Azione, il movimento diretto dall’indegno senatore democristiano che risponde al nome di Carlo Giovanardi) riporta un articolo, firmato da tale Leonardo Accardi, dedicato alla portaerei Cavour: verso la fine del lungo scritto, lo studente di marketing digitale a Roma dettaglia – nel paragrafo intitolato “La portaerei Cavour con la Nato per difendere l’Occidente” – l’attività della nave in questione, in relazione al suo coinvolgimento nelle ultime operazioni dell’Organizzazione Terroristica dell’Atlantico del Nord a partire dal 2021; così facendo chiarisce una volta per tutte la partecipazione attiva dell’Italia alla guerra interimperialista in corso dal febbraio scorso.

«Durante l’esercitazione “Mare Aperto 2021” sull’ITS Cavour hanno operato gli F-35B. Nel novembre dello stesso è stato il momento di un’altra prima volta: il primo F-35B dell’Aeronautica Militare italiana sulla nave. L’obiettivo finale del nostro Paese è creare un’unica task force con velivoli della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare. L’invasione dell’Ucraina sta impattando anche sui compiti che la portaerei a cui deve adempiere. Rientra, infatti, tra le cinque portaerei dei Paesi NATO, che stanno pattugliando i mari intorno all’Europa, Mediterraneo incluso. Le altre sono l’inglese HMS Queen Elizabeth, la francese FS Charles de Gaulle, e le statunitensi George HW Bush e Gerald R. Ford».

E ancora: «per la NATO, questa operazione rientra nel piano di “Deterrenza e difesa” adottata da quando la guerra è tornata in Europa a causa di Putin. “La Nato dimostra la sua coesione, coordinandosi con più mezzi marittimi internazionali contemporaneamente”, ha sottolineato il viceammiraglio Keith Blountcomandante del Comando marittimo alleato della Nato. “Le operazioni rappresentano un’opportunità per le nazioni alleate di coordinare il potere di combattimento critico in tutta l’area euro-atlantica, mostrando al contempo la coesione e l’interoperabilità della Nato”, ha commentato Sabrina Singh, vice segretario stampa del Pentagono».

Bosio (Al), 26 dicembre 2022

Stefano Ghio – Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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