Cpr Torino – poliziotti vili bestie razziste

Si allarga l’inchiesta sul Cpr di Torino altri 4 agenti indagati per sequestro

Sale a nove il numero dei poliziotti coinvolti: l’indagine dei pm avviata dopo il suicidio di Moussa Balde

Continua e si allarga l’inchiesta sul Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Torino, avviata in seguito al suicidio di Moussa Balde, 23 anni, della Guinea, avvenuto il 23 maggio dello scorso anno: altri quattro poliziotti sono infatti indagati per le accuse, a vario titolo, di sequestro di persona e falso, in relazione alle vicende di altri immigrati, ospitati nel Cpr. Sale così a nove il numero degli agenti coinvolti nell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo e dal pubblico ministero Rossella Salvati.

Primi interrogatori in Procura

A fine dicembre, al Cpr di corso Brunelleschi c’era stata anche una perquisizione e il sequestro di alcune mail scambiate da agenti e funzionari dell’ufficio immigrazione della questura. Avviata l’inchiesta dopo il suicidio di Moussa Balde, la Procura si è poi focalizzata sulle condizioni — vergognosamente fatiscenti — del centro oltre che su protocolli e procedure alla base della gestione degli ospiti dello stesso Cpr. L’obiettivo della perquisizione e dei sequestri era quello di andare alla ricerca di elementi relativi ai reati ipotizzati, soprattutto alla luce dei primi interrogatori resi dai poliziotti, difesi tra gli altri dagli avvocati Luca Marta e Carmelo Scialò. Del resto, al di là dell’azienda che gestisce il centro in virtù dell’appalto della prefettura, dietro al funzionamento del Cpr c’è una non semplice organizzazione e, forse, pure altre responsabilità: un ufficio per l’ordine pubblico, uno per la vigilanza e quello dell’immigrazione (della questura). Era stata l’attività dei magistrati, indirettamente, a portare alla chiusura dell’ospedaletto, la struttura utilizzata per «l’isolamento sanitario» degli immigrati, da anni duramente criticata dagli avvocati e dalle associazioni umanitarie. Proprio nell’ospedaletto si trovava Moussa Balde, arrivato a Torino dopo essere stato picchiato a Ventimiglia e, successivamente, bloccato perché senza permesso di soggiorno. Quello del giovane era stato solo l’ultimo atto anti-conservativo del 2021, dopo una lunga serie di tentati suicidi.

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