Guerra in Ucraina – Una critica al movimento comunista o sedicente tale in Italia

Nell’articolo pubblicato il 25 marzo, e che invitiamo a rileggere: https://proletaricomunisti.wordpress.com/2022/03/25/guerra-in-ucraina-lottare-contro-il-guerrafondaio-governo-draghi/

scrivevamo:

“La nostra linea di condotta deve essere quindi di “fare la guerra” ai guerrafondai di “casa nostra” cioè all’imperialismo italiano, opponendoci a tale “economia di guerra”, intralciando l’invio di armi al governo reazionario e neo-nazista Zelensky seguendo l’esempio dei lavoratori aeroportuali di Pisa, assediando le basi militari italiane, americane e NATO nel nostro paese, intralciando in ogni modo i piani di guerra italiani…”. Con questo articolo aggiungiamo: ma facendo anche pulizia nel campo della sinistra…

La posizione dei partiti e organizzazioni comuniste di fronte alle guerre imperialiste d’aggressione è stata una discriminante fondamentale a partire dalla Prima Guerra Mondiale, fa specie quindi vedere che ci siano partiti sedicenti comunisti che invece si accodano ad un imperialismo piuttosto che ad un altro in maniera più o meno aperta.

E’ il caso del Partito Comunista di Rizzo che esprimendo apparentemente la giusta posizione di non inviare armi all’Ucraina (nei brevissimi “telegrammi” pubblicati in questi giorni1) non esprime neanche una parola di condanna all’aggresione imperialista russa; del resto è noto come questo partito appoggi apertamente il socialimperialismo cinese e sia affetto da “infantilismo antiamericano” che lo porta a sostenere l’imperialismo russo “dimenticando” la categoria leninista della contraddizione interimperialista.

In maniera uguale ma contraria il PMLI condanna l’aggressione russa ma allo stesso tempo afferma: “l’unica via è la resistenza armata del popolo e del governo ucraino2, e l’isolamento politico, diplomatico, economico e commerciale della Russia da parte di tutti i paesi amanti della pace e dell’indipendenza e della sovranità nazionali”3 (sic!);

Secondo il PMLI quindi la classe operaia ed il proletariato italiano dovrebbero unirsi al governo Draghi e sostenere la sua linea di sanzioni a danno dei proletari e lavoratori russi (è risaputo che il regime di Putin e la borghesia imperialista russa non sono le principali vittime di tali sanzioni), quali sarebbero poi tali “paesi amanti della pace” in un mondo dove in nessun paese vi è il proletariato al potere ma solo classi sociali sfruttatrici è un mistero…

Entrambi i partiti menzionati inneggiano astrattamente “all’uscita dell’Italia dalla NATO e dall’UE” ma non sono i soli…

Dietro a tale parola d’ordine apparentemente “rivoluzionaria” si nasconde in realtà il più becero sciovinismo.

Il comunicato già citato del PMLI prosegue: “Che lo facciano subito il governo Draghi e il parlamento italiano e, al contempo, dichiarino l’uscita dell’Italia dalla NATO e dall’UE.”

Lo stesso governo Draghi che orgogliosamente si dichiara atlantista ed europeista (così come tutti i governi della borghesia imperialista del secondo dopoguerra), lo stesso parlamento che ha votato i “crediti di guerra” sotto il nome di “decreto Ucraina”?

I sedicenti maoisti del nPCI/CARC in “concorrenza” con gli altri due partiti già citati aprono invece un comunicato con alcune parole d’ordini tra cui “Fuori l’Italia dalla NATO!” Vi propongono un’analisi convergente con qualle del PC in quanto al ruolo “progressista” dell’imperialismo russo (e non solo) in tale frangente:

Riuscirà la Federazione Russa a impedire l’estensione della rete di basi e agenzie militari NATO con le quali i gruppi imperialisti USA cercano di contenere il loro declino economico? Sarebbe l’esito più vantaggioso per le masse popolari non solo russe e ucraine, ma di tutta Europa e di tutto il mondo. Di proposito qui non affrontiamo la questione della natura di classe del sistema economico, politico e sociale della Federazione Russa: è un paese imperialista nel senso in cui sono paesi imperialisti gli USA, il Giappone, l’Australia, la Gran Bretagna, la Germania, la Francia, l’Italia e altri paesi UE? L’intervento militare in Ucraina equivale alla guerra condotta dalla Comunità dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei in Jugoslavia? Equivale alla guerra condotta dalle potenze imperialiste in Africa, contro paesi come la Libia di Gheddafi e i paesi subsahariani? Alla guerra dei gruppi imperialisti USA contro l’Iraq, la Siria e altri?4

L’analisi dell’imperialismo di Lenin ed il principio di internazionalismo proletario sono qui ampiamenti traditi, a favore del sostegno di uno dei poli imperialisti nella contesa inter-imperialista in atto, si mette in dubbio che tale guerra di rapina non abbia la stessa valenza de altre sol perchè l’aggressore proviene da altre latitudini… come se per i popoli del mondo e per il proletariato internazionale facesse differenza se invece di una base NATO ve ne sia una cinese (qualcuno a detto Djibouti?) o russa (vedi Siria, Georgia, Moldova) per rimanere nel campo militare ma discorso analogo potrebbe essere fatto sul ruolo degli investimenti di tali potenze imperialiste nei paesi oppressi in Africa, America Latina e Asia.

Tornando a “fuori la NATO”: la borghesia imperialista italiana ha scelto volontariamente di essere parte integrante di tale organizzazione internazionale, di cui tra l’altro l’Italia è paese fondatore.

Qui il problema è sempre l’analisi di classe che viene messa in soffitta e sostituita con un’analisi nazionale e quindi sciovinista. Nell’attuale assetto capitalista-imperialista italiano la classe dominante è per l’appunto la borghesia che volontariamente si colloca all’interno di tale alleanza militare e quindi non è serva nè della NATO nè dell’UE, come invece sostengono i CARC-nPCI. Affermare una tale sciocchezza equivale a dire che l’Italia è un paese a sovranità limitata, quando invece è un paese imperialista5, equivale anche a dire che il proletriato dovrebbe unirsi alla borghesia italiana per conquistare un’ipotetica indipendenza nazionale, cosa che effettivamente PC e CARC/nPCI hanno sostenuto a più riprese quando affermano che bisognerebbe supportare la produzione italiana cioè i padroni italiani (in un’evidente deviazione ideologica reazionaria sciovinista).

La stessa sciocchezza di “chiedere” (alla borghesia) che l’Italia esca dalla NATO (come se si trattasse di una semplice rivendicazione economico/sindacale) viene anche avanzata da Potere al Popolo, che per non farci mancare nulla, aggiunge anche:

“METTERE AL CENTRO LA DIPLOMAZIA E LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

L’Italia deve battersi per far funzionare la via diplomatica: fermiamo subito le ostilità a protezione delle popolazioni coinvolte, lavoriamo per una soluzione nel rispetto dell’autodeterminazione delle popolazioni del Donbass.”i

Anche qui, la stessa Italia imperialista che lavora proprio per il contrario: per avere un ruolo maggiore nelle ostilità in corso tramite l’appoggio al governo Zelensky, e ciò è evidentemente incompatibile con l’autodeterminazione del Donbass.

Come hanno già dimostrato le rivoluzioni vittoriose in Russia, Cina e in altri paesi solo con la conquista del potere è possibile prendere decisioni di politica ed economia internazionale in controtendenza: il potere sovietico seppur instabile annunciò il non pagamento del debito estero contratto dal regime zarista ad esempio.

L’Italia potrà uscire dalla NATO solo in due modi: o “da sinistra” tramite la Rivoluzione Socialista proletaria o “da destra” tramite una spinta ultranazionalista della borghesia italiana prediligendo la rottura con le altre borghesie dei paesi NATO piuttosto che la collusione.

Agitare quindi in regime capitalista “l’uscita dalla NATO e dall’UE” è una parola d’ordine reazionaria (come anche la Brexit ha dimostrato nel Regno Unito).

Infine è interessante come i trotskisti di PdAC convergano con i falso maoisti del PMLI nel pieno sostegno della borghesia e regime ucraino e quindi della borghesia italiana invocando l’aiuto e l’invio di armi.

Spesso le avanguardie di lotta tra i lavoratori e i proletari si domandano legittimamente il perchè di una tale elevata frammentazione tra le forze “comuniste”, ovviamente i motivi sono molteplici ma dal canto nostro preferiamo unirci alle masse popolari, ai lavoratori, alle avanguardie senza partito nel fuoco della lotta di classe, piuttosto che finanche immaginere un’unità senza principi con tali formazioni comuniste a parole ma che nei fatti rinnegano i principi base, l’abc del marxismo (oggi marxismo-leninismo-maoismo).

Anche il PMLI ed il Carc-nPCI a cui teoricamente dovremmo essere maggiormente affini in quanto sostengono di avere come punto di riferimento gli sviluppi teorici, politici e ideologici sviluppati dal presidente Mao, nella loro analisi delle classi, della lotta nel nostro paese e circa le indicazioni di fronte ad una guerra imperialista, fanno fatica a maneggiare e comprendere l’esperienza storica leninista e più in generale dell’esperienza storica della nostra classe condensata nel marxismo-leninismo-maoismo, avvicinandosi piuttosto alle formazioni del revisionismo classico.

Non menzioniamo qui altre formazioni minori, praticamente ininfluenti nella lotta di classe, che vorrebbero richiamarsi anche loro al marxismo-leninismo-maoismo e che in maniera ancor più spudorata cianciano di lotta di liberazione nazionale… che dovremmo condurre in Italia!

1https://ilpartitocomunista.it/contro-la-guerra-per-la-pace/.

2cioè il governo reazionario e alleato all’imperialismo occidentale!

3http://www.pmli.it/articoli/2022/20220224_09_ComPmliIsolareRussia.html.

4http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2022/com05-22/Com.CC_5-22_La_situazione_internazionale_e_la_lotta_di_classe_in_Italia.html.

5Ma quando i compagni riferendosi alla Russia scrivono di non voler entrare nel merito della natura di quel paese “siamo d’accordo con loro”: non sappiamo cosa aspettarci dato che i compagni definiscono lo Stato imperialista italiano come “repubblica pontificia”.

ihttps://poterealpopolo.org/come-fermare-la-guerra/.

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora