Guerra in Ucraina: i il governo israeliano sionista di stampo nazista sostengono Zelensky governo da sempre antipalestinese

La visita di Bennett, primo ministro israeliano, a Putin, e poi a Scholz, proponendosi come “mediatore” nella guerra in corso è dovuta anche allo stretto rapporto che c’è tra lo stato nazista di Israele e Zelensky. In un articolo del quotidiano de il Manifesto di oggi vengono riportati episodi che ricordano come la potentissima macchina di propaganda dei paesi imperialisti messa in campo per sostenere l’Ucraina prova a far dimenticare alcuni fatti.

Per esempio, questo: “Uno dei primi atti del presidente Volodymyr Zelensky è stato il ritiro dell’Ucraina dal Comitato sull’Esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese delle Nazioni unite – l’unico tribunale internazionale che fa in modo che la Nakba non venga negata o dimenticata.

“Questa decisione è stata adottata dal presidente ucraino, che non ha mostrato alcuna empatia nei confronti della tragedia dei profughi palestinesi, che lui non considera vittime di alcun crimine. Nelle interviste rilasciate durante i selvaggi bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza nel maggio 2021, ha affermato che l’unica tragedia a Gaza era quella vissuta dagli israeliani.”

“Prima che scoppiasse questa crisi, – continua il quotidiano – i media occidentali progressisti, come The Nation, Guardian, Washington Post, ci mettevano in guardia contro il crescente potere dei gruppi neonazisti in Ucraina e su come avrebbero potuto influenzare il futuro dell’Europa e del mondo. Gli stessi giornali, oggi, sminuiscono la portata del Neo-nazismo in Ucraina.

“Il 22 febbraio 2019 The Nation scriveva: «Notizie sempre più frequenti di episodi di violenza da parte dell’estrema destra e di erosione delle libertà fondamentali smentiscono l’iniziale euforia dell’Occidente. Si verificano pogrom contro i Rom, aggressioni sempre più frequenti contro femministe e gruppi Lgbt, censure di libri e glorificazione di collaborazionisti nazisti promossa dallo Stato».

“Due anni prima, il 15 giugno 2017, il Washington Post sosteneva, con grande perspicacia, che un eventuale scontro tra Ucraina e Russia non avrebbe dovuto farci dimenticare il potere dei gruppi neonazisti in Ucraina: «Mentre continua lo scontro in Ucraina con i gruppi separatisti sostenuti dai russi, Kiev deve fronteggiare un’altra minaccia alla sua sovranità: i potenti gruppi ultranazionalisti di estrema destra. Questi gruppi non si fanno scrupoli a usare la violenza per raggiungere i propri obiettivi, e questo si scontra con quell’immagine di democrazia tollerante e vicina all’Occidente che Kiev cerca di diventare».

“I precedenti avvertimenti da parte di The Hill (9 novembre 2017), il maggiore sito di notizie indipendente degli Stati uniti, sembrano ormai dimenticati: «Ci sono, innegabilmente, dei gruppi neonazisti in Ucraina e questo è stato confermato da quasi tutti i principali media occidentali. Il fatto che gli analisti possano sminuirlo come propaganda diffusa da Mosca è molto inquietante. Soprattutto vista la crescita esponenziale di gruppi neonazisti e suprematisti a livello mondiale».

Anche il governo italiano con a capo Draghi, che ha deciso di “entrare in guerra” al fianco del governo ucraino con armi, mezzi e tanti soldi, fa finta di non conoscere la vera essenza del governo capeggiato da Zelensky e i suoi “oligarchi”, dicendo che quello in atto sarebbe «un attacco a libertà e democrazia»! e perciò è doppiamente complice nell’alimentare la guerra in corso gettando benzina sul fuoco e nell’alimentare la diffusione, e la legittimazione, del neonazismo.

La risposta a questa incessante deliberata propaganda mortale non può che essere quella della mobilitazione proletaria e delle masse popolari.

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